Antico e Primitivo

Rito di Memphis e Misraïm

Storia dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm

L’Ordine Massonico Orientale del Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm – più comunemente indicato come Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm (A.·.P.·.R.·.M.·.M.·.) – nasce dall’incontro e dalla sintesi di due grandi sistemi massonici: il Rito di Misraïm e il Rito di Memphis. La sua storia è strettamente legata alla più ampia Tradizione iniziatica occidentale, nella quale si intrecciano il filone italico–mediterraneo, fortemente radicato in particolare nell’area napoletana, e il filone nord–atlantico, sviluppatosi soprattutto in ambiente francese e anglosassone.

Fin dalle origini, in questo Rito trovano posto, accanto alla tradizione massonica propriamente detta, elementi simbolici ed ermeneutici provenienti dall’ermetismo, dall’alchimia, dalla cabala e dalla gnosi, formando un percorso unitario di lavoro interiore e di studio.

L’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm nasce dall’unione di due grandi sistemi massonici, il Rito di Misraïm e il Rito di Memphis, e si inserisce nella più ampia Tradizione iniziatica occidentale, dove si incontrano il filone italico–mediterraneo e quello nord–atlantico. Nato tra fine Settecento e Ottocento tra Venezia, Napoli e l’area francese, il Misraïm organizza in forma ampia e strutturata i cosiddetti “riti egizi”, con una forte impronta ermetica, alchemica e cabalistica; il Memphis, sviluppato nell’Ottocento a partire dall’esperienza delle logge egizie legate alla campagna napoleonica d’Egitto, porta questa eredità su scala internazionale.

Nel 1881, per opera di Giuseppe Garibaldi, i due sistemi vengono fusi nell’Ordine Massonico Orientale del Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm, che integra la Muratoria simbolica e gli alti gradi in un unico percorso iniziatico. Le radici napoletane del Rito Egizio Tradizionale e della “Scala di Napoli” conferiscono a questo Ordine un forte legame con l’ermetismo mediterraneo. Oggi il Rito si presenta come una tradizione storica e allo stesso tempo vivente, che custodisce e rielabora un patrimonio di simboli, miti e dottrine al servizio della crescita interiore dell’Iniziato.

Per approfondire la storia del A.·.P.·.R.·.M.·.M.·.

  • Il Rito di Misraïm si colloca storicamente tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX, in un ambiente in cui l’interesse per i cosiddetti “riti egizi” è particolarmente vivo.

    Il suo baricentro iniziale è l’area italiana, con importanti riferimenti a Venezia, Napoli e alle regioni affacciate sull’Adriatico. In questo contesto operano logge interessate a recuperare e riorganizzare elementi ermetici, cabalistici e rosacrociani, inserendoli nel quadro della tradizione massonica.

    La stessa denominazione del Rito rimanda a questa ispirazione: i termini “Misr” e “Misraïm”, nella lingua ebraica antica, richiamano infatti l’Egitto e gli “egiziani”. Questo riferimento ha portato, nel tempo, a etichettare sbrigativamente il Misraïm come “rito egizio”, generando talvolta equivoci con altri sistemi, in particolare con la Muratoria egiziana attribuita a Cagliostro, che tuttavia segue vie rituali e finalità diverse.

    Le tradizioni interne e numerosi studi concordano nel riconoscere al Rito di Misraïm un’origine italiana, o quantomeno una prima struttura consolidata in Italia. Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, un sistema iniziatico con forti connotazioni “egizie” è attestato a Napoli, nelle isole ioniche e a Venezia. In questo quadro compare la figura di Filalete Abraham, legato all’ambiente francese dei Filaleti e identificato da alcune ipotesi nello scrittore e poeta italiano Alessandro Tassoni di Modena, autore, in particolare, de La Secchia Rapita. Attorno a queste logge si organizza progressivamente un insieme di gradi che, nel corso dell’Ottocento, verrà riconosciuto come Rito di Misraïm.

    Dall’Italia il Rito si espande rapidamente verso la Francia. Un ruolo decisivo in questa diffusione fu svolto dai fratelli Bédarride i quali, dopo aver ricevuto le relative trasmissioni iniziatiche, portano il Misraïm oltre le Alpi, dando impulso alla sua organizzazione in diversi Paesi europei. Dal loro lavoro derivano filiazioni in Francia, Belgio, Svizzera, Irlanda e altrove, facendo del Misraïm uno dei principali sistemi di “alti gradi” del XIX secolo.

    La struttura che si afferma nel tempo è particolarmente ampia: il Rito di Misraïm viene originariamente organizzato in novanta gradi, suddivisi in quattro grandi serie, simbolica, filosofica, mistica e cabalistica. L’intento dichiarato è quello di raccogliere e ordinare in un unico corpo i molti gradi e riti che, tra Illuminismo e Romanticismo, popolano il panorama massonico europeo. A differenza di altri sistemi, come il Rito Scozzese Antico e Accettato, orientato soprattutto all’aspetto filosofico, filantropico e sociale, il Misraïm accentua maggiormente la dimensione ermetica e misterica, ponendo al centro della propria scala rituale lo studio e la pratica di discipline esoteriche.

    Nel corso dell’Ottocento, il Rito attraversa fasi alterne, con momenti di forte sviluppo e periodi di crisi. In diversi contesti nazionali, soprattutto a seguito di riorganizzazioni massoniche, il Misraïm viene progressivamente assorbito o affiancato dal Rito di Memphis, pur lasciando in eredità filiazioni e depositi iniziatici – tra cui il noto filone degli Arcana Arcanorum – che continueranno a influenzare la tradizione egizia occidentale.

  • Accanto al Misraïm si sviluppa, in epoca in parte sovrapposta, il Rito di Memphis, conosciuto anche come Rito Orientale. La sua genealogia affonda in un insieme di correnti che, tra XVII e XVIII secolo, coniugano rosacrocianesimo, ermetismo e simbologia di derivazione egizia. In Francia e in altre regioni europee nascono ordini e riti che cercano di recuperare il patrimonio simbolico dell’antico Egitto, reinterpretandolo alla luce della sensibilità massonica dell’epoca.

    Un momento cruciale di questa storia è rappresentato dalla campagna napoleonica d’Egitto (1798–1801). Numerosi ufficiali, già membri di logge ispirate a sistemi egizi e filadelfi, entrano in contatto con una tradizione rituale che la memoria massonica collega a una Gran Loggia d’Egitto e a officine come la loggia Isis. Al rientro in Francia, questi fratelli fondano a Montauban una loggia che assume il titolo di Discepoli di Memphis, destinata a diventare il nucleo fondatore del nuovo rito.

    Su questa base interviene prima Gabriel Mathieu Marconis de Nègre, poi soprattutto suo figlio Jean Étienne Marconis de Nègre, che nel 1838–1839 raccoglie e sistema l’eredità rituale proveniente da queste esperienze.

    Nasce così, in forma compiuta, l’Antico e Primitivo Rito Orientale di Memphis, strutturato in novantacinque gradi. I gradi sono distribuiti lungo un percorso che parte dall’istruzione simbolica e morale, passa attraverso lo studio delle scienze naturali e delle diverse tradizioni massoniche, e arriva alle regioni più propriamente teosofiche e speculative, in cui viene approfondita la cosiddetta Ars Regia.

    Sotto l’impulso dei Marconis, il Rito di Memphis si diffonde in modo significativo. Oltre che in Francia e Belgio, il sistema si radica in Inghilterra, Romania, Egitto, Australia e Stati Uniti, dando vita a Gran Logge, Santuari e Supremi Consigli che, nel tempo, intrecciano la loro storia con quella delle principali obbedienze massoniche dell’epoca. Anche in Italia il Rito lascia tracce importanti, non solo per le sue origini in parte legate a ufficiali di provenienza italiana, ma anche e soprattutto per l’iniziazione di Giuseppe Garibaldi e di alcuni suoi collaboratori, che ne riceveranno i gradi più elevati.

  • Per gran parte del XIX secolo il Rito di Misraïm e il Rito di Memphis restano distinti sul piano formale, ma le loro traiettorie si avvicinano progressivamente. Entrambi condividono l’interesse per i riti egizi, cercano di ricomporre la frammentazione degli alti gradi e integrano, in modi diversi, contenuti simbolici ed esoterici che provengono dall’ermetismo, dalla cabala, dal misticismo cristiano e da altre correnti iniziatiche.

    Il punto di svolta arriva nel 1881, quando le due linee vengono ufficialmente riunificate. Protagonista di questa operazione è Giuseppe Garibaldi, già figura centrale del Risorgimento italiano e, sul piano massonico, Gran Maestro del Rito di Misraïm. In virtù dei poteri sovrani di cui è investito, Garibaldi assume la dignità di Gran Ierofante Generale e procede alla fusione dei due sistemi in un unico corpo rituale, che prende il nome di Ordine Massonico Orientale del Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm.

    Fin dalla sua costituzione, il nuovo Rito si concepisce come un Ordine Muratorio completo. In esso trovano posto sia i tre gradi della Muratoria simbolica sia l’intera scala degli alti gradi, armonizzati in un percorso che mira a diventare punto di convergenza e sintesi di molteplici tradizioni iniziatiche. L’intento dichiarato è quello di riunire, sotto un unico quadro, i contributi più significativi della massoneria egizia, dei sistemi filosofici e cavallereschi, delle scuole ermetiche e cabalistiche, in spirito di fraterna collaborazione.

  • Nella storia dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm riveste un ruolo particolare il contesto napoletano, che per lungo tempo ha costituito uno dei principali centri di irradiazione dell’iniziazione ermetica mediterranea. Napoli, crocevia di influenze provenienti dall’antico Egitto, dalla tradizione pitagorica, dalla cabala e da diverse correnti docetiche e rosacrociane, è il luogo in cui si sviluppa una forma di massoneria fortemente segnata da questi apporti.

    Figura emblematica di questo ambiente è Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, il quale, nel corso del XVIII secolo, unisce in sé la funzione di Gran Maestro della Massoneria napoletana e quella di instancabile ricercatore nel campo dell’ermetismo e dell’alchimia. Intorno alla sua loggia, nota come La Perfetta Unione, già aperta al sistema degli alti gradi, egli crea nel 1747 un “cerchio interno” riservato a fratelli particolarmente preparati, scelti tra la nobiltà, gli alti ranghi militari e figure di spicco della cultura del Regno.

    Questo cenacolo, che assume il titolo distintivo di Rosa d’Ordine Magno, è destinato alla pratica di una massoneria più intensamente operativa, impregnata di simbolismo egizio e in dialogo con il mito osirideo. Da qui prende forma ciò che, nel tempo, sarà conosciuto come Rito Egizio Tradizionale, nel quale si elabora la cosiddetta “Scala di Napoli”, un percorso iniziatico strutturato che influenzerà molti sviluppi successivi all’interno della famiglia dei riti egizi.

    Anche quando le circostanze politiche e i provvedimenti di governo costringeranno la massoneria ufficiale alla sospensione dei lavori, la trasmissione di questo nucleo ermetico proseguirà in forme più riservate, tanto attraverso un passaggio “dalla bocca all’orecchio” quanto tramite un’attenta conservazione di archivi e rituali. Nel corso dei secoli, tale patrimonio giunge fino all’epoca in cui il Misraïm e il Memphis vengono unificati, offrendo al nuovo Rito un solido collegamento con la tradizione italico–mediterranea e con la specifica forma di ermetismo sviluppatasi a Napoli.

  • L’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm eredita, dunque, tre grandi correnti: la ricchezza filosofica e la forte impronta esoterica del Misraïm, la vocazione internazionale e la sintesi dei riti egizi del Memphis, e le profonde radici ermetiche del Rito Egizio Tradizionale napoletano. Da questo intreccio nasce un Ordine che, pur consapevole della complessità della propria storia, continua a proporsi come via iniziatica viva, capace di coniugare memoria e attualità.

    Nel suo sviluppo contemporaneo, il Rito mantiene il legame con la tradizione massonica universale, custodendo e rielaborando un patrimonio di simboli, miti e dottrine che appartiene alla storia spirituale dell’Occidente. La sua storia non è solo un insieme di date e di nomi, ma il racconto di una trasmissione ininterrotta, che attraversa luoghi, epoche e culture diverse per offrire, ancora oggi, una via di ricerca interiore fondata sul lavoro rituale, sullo studio e sulla responsabilità personale dell’Iniziato.